Settembre 2006
Per lunghi anni è stato uno dei maggiori centri del mercato artistico italiano. Le aste in galleria e le grandi rassegne di pittura e scultura seguivano il tempo vacanziero di collezionisti, critici, appassionati dell’ultima ora.
Questa era la Fiuggi degli anni settanta e del decennio seguente. Poi, come se una malcelata maledizione avesse di colpo contaminato il territorio, tutto si dissolse in una miriade di isole mute. Gli anni novanta sono stati gonfi di inquieto sconforto consumati tra presenze (turistiche) ridotte all’osso e un luogo sempre più orfano di interessi artistici, culturali, anche ludici.
Qualche tempo fa, salendo lungo le viuzze della città vecchia, tra agore minuscole e terrazzini rigonfi di edera e gerani ho come percepito un’aria di risveglio: quella che si avverte nel vocìo ripristinato, nei girotondi bambineschi laddove alloggiava l’assenza di rumori, nelle botteghe rimesse a lucido. Una di queste è la “Bottega della memoria”.
Da questo piccolo luogo di incontro e di affezione per la storia del territorio e per l’arte contemporanea è nato una sorta di “percorso intellettivo” capace di coinvolgere alcuni degli artisti più significativi del nostro paese, ma soprattutto di restituire alla città di Fiuggi un ruolo finalmente adeguato e sostanziale nel campo di una cultura avvilita dal rischio della dimenticanza. La “Bottega della memoria” è forse il prologo di una nuova storia fatta di proposte, di ouvertures, di inediti racconti. In questo posto minuscolo – ma affascinante – sono nate ipotesi, speranze, suggerimenti. E da questi, assai probabilmente, il recupero di uno spazio espositivo finalmente degno di questo nome.
Nei giorni scorsi, promossa dal comune di Fiuggi e dalla Pro loco del presidente Siro Trezzi, si è inaugurata l’Officina dell’arte, uno straordinario contenitore espositivo nato dal recupero architettonico, portato avanti dall’architetto fiuggino Daniele Baldassarre con “Studio Ingegneria Maggi”, di un antico edificio posto a pochi metri dalla fonte Bonifacio. Un restauro minimalista che ha lasciato intatte le originarie suggestioni, una metamorfosi appena delineata che ha comunque permesso di dar vita a un luogo unico nella sua nuova destinazione espositiva. Uno spazio che ha raccolto – come sua prima “avventura” – le testimonianze grafiche e pittoriche di alcuni fra i maggiori autori dell’arte contemporanea italiana: Alberto Sughi, Ernesto Tatafiore, Gaetano Pompa, Ruggero Savinio, Vittorio Miele, Sergio Toppi, Renzo Bellanca, solo per citarne alcuni. Autori che hanno restituito a Fiuggi un ruolo smarrito da tempo ma che hanno soprattutto suggerito, con la loro presenza, la nuova via, artistica e culturale, da seguire.
Rocco Zani