Tempus item per se non est, sed rebus ab ipsis consequitur sensus, transactum quid sit in aevo,tum quae res instet, quid porro deinde sequatur.
“Il tempo non esiste per sé: dagli avvenimenti stessi scaturisce la coscienza di quel che si è compiuto nel passato, di quel che è presente, di quel che avverrà poi.”
Comprendere la stratigrafia significa rievocare, chiamare in vita civiltà determinate,significa
compiere un’azione demistificatrice che favorisce l’evoluzione del pensiero, significa
dipanare una complessa e a volte poco chiara sovrapposizione di esperienze, di
impulsi, di “cumulazioni” di vite.
La stratigrafia è il frutto di un impeto inconsapevolmente creativo, che sopravvive alle
costruzioni dialettiche provvisorie e transeunti per assumere una sua perenne identità,
una sua eterna verità manifestandosi nell’arte del vivere i cui effetti complessi, variegati,
molteplici, vanno ben oltre i limiti contingenti del tempo.
La stratigrafia è la traccia discreta del procedere del tempo, è la firma, spesso poco
leggibile o poco visibile, tanto di un’esistenza gioiosa quanto di una dolorosa.
La stratigrafia è come una trama intricata di un libro che racconta storie parallele,
storie di fatti antecedenti, casuali o intenzionali scritte dal tempo, dall’uomo, dal vento,
dalla pioggia, storie che lasciano un segno indelebile. E nessuno, spesso, sa il perché
quell’anonimo sceneggiatore abbia scelto di far sopravvivere una realtà piuttosto
che un’altra.
Il tempo, paradossalmente ritenuto inclemente, è, in realtà, generoso e benevolo: esso
rivela, attraverso una “strana” lettura delle cose, realtà nascoste, distanti nelle epoche
e lontane dalla vista, regala la capacità, profonda ed introspettiva, di comprendere
i segreti di vestigia rivelate e di cogliere la rivelazione di segreti nascosti.
La stratigrafia diventa quindi linguaggio poiché comunica il significato denotativo dei
segni: avvalendosi della capacità di fare archeologia e dell’abilità di leggere i codici sovrapposti
delle società, si arriva alla rivelazione del significato connotativo della stratigrafia
stessa che ci permette di comprenderne la genesi, la cumulazione, le cause, i condizionamenti
diretti ed indiretti di epoche e di circostanze sociali che l’hanno determinata.
Interpretare la sovrapposizione dei segni in stratigrafia non vuol dire, quindi, abbandonarsi
ad una contemplazione meramente fantastica, ma significa far venire fuori dalla
terra, e fuori dal “terreno” speculativo, le ragioni che hanno animato idee, azioni e
che hanno posto in essere la cultura materiale ovvero la trasposizione delle idee nella
materia.
Questo ha di bello l’indagine stratigrafica: consente di recuperare i legami con ciò
che è stato, stabilisce una continuità con ciò che è, permette di proporci responsabilmente,
cioè con la capacità di rispondere e di reagire, verso ciò che sarà.
Lia Bellanca